Quanto hanno influito le nuove priorità che hanno ribaltato certezze e gabbie autoimposte, modificando stili di vita, gusti e possibilità?
In questi mesi sono cambiate molte cose, cose che fluttuavano nell’aria già da tempo, sono diventate di colpo una priorità. Si è ampliato lo spettro della nostra idea di “bello”, ci siamo aperti a forme diverse di stile e di armonia. La moda è più libera di esprimersi, smonta le categorie di genere, etnia, taglia, età.
Essere donne, formose, morbide, con qualche chilo in più, è diventato finalmente normale. Questi mesi di pane fatto in casa e di palestre chiuse, ci hanno spesso regalato centimetri e chili in più, ma anche la capacità di non farcene un cruccio. La lotta contro il virus ci ha fatto capire quanto è relativa la lotta alla bilancia e che la nostra interiorità non cambia secondo le taglie che indossiamo. Non serve sognare il fisico di nessun’altra perché nessun’altra potrà mai essere come noi.
Le mode cambiano, la bellezza anche: il segreto è credere nella nostra unicità. La chiave di tutto è l’amore, la profonda accettazione di sé: la vera “grande bellezza”. È il concetto a cui sono arrivate da tempo molte donne, modelle, indossatrici, influencer, paladine dell’orgoglio curvy o body positive, come le ormai celebri Elisa D’Ospina o Laura Brioschi, che da tempo si oppongono al condizionamento degli standard di bellezza, taglia, peso e misure. La pandemia ha accelerato questo processo.
Allo stesso modo nel mondo dello spettacolo e della televisione, si stanno adeguando i criteri di bellezza, non solo nelle fiction, ma anche nei format tradizionali. Come nel caso di Uomini e Donne: Samantha Curcio, la nuova tronista Curvy, è fiera delle sue rotondità, delle sue “gambe cicciottelle e dei suoi rotolini di pancia” come lei stessa afferma.
Ma è vero anche che il cambiamento in tv si vedrà completamente quando ai casting e provini televisivi, verranno scelti figuranti e attori perché capaci e con cose intelligenti da dire e non solo per l’aspetto fisico. E quando anche in programmi tv come Uomini e Donne o nelle sfilate e passerelle di moda maschile, arriveranno tronisti e corteggiatori, indossatori e modelli diversi e non più solo palestrati. Già, perché il body positive, nato come istanza femminile, in realtà riguarda anche gli uomini, che sulle passerelle sono spesso tutti uguali, stereotipati, forse ancora più delle modelle e indossatrici donne. A questo ha pensato una delle icone internazionale del mondo curvy, la cantate e attrice Rihanna, che per abbattere il tabù della moda maschile omologata, ha creato una collezione di moda intima per l’uomo curvy, taglia XXL.
Anche nel mondo del Beauty ci si adegua. Il colosso dei prodotti di bellezza Uniliver, (Dove, Clear, Rexona, Sunsilk ecc.) ha fatto sparire dalla pubblicità la parola “normale” per definire un tipo di pelle o di capelli, per evitare discriminazioni e far trionfare il concetto di pubblicità inclusiva o “inclusive advertising”. È la nuova strategia di “positive beauty” che privilegia la sensazione di benessere e l’accettazione di sé. (Vedi modelle Dove)
Viva le forme e la bellezza non omologata. Il nuovo mondo post pandemia è un lento e inarrestabile Work in progress. Ci ha aiutato a infrangere il soffitto di cristallo nella moda e nello spettacolo, creato un linguaggio nuovo, siamo passati dalla “diversità” alla vera “inclusività”.
Vietato stare a guardare.
Foto Samantha Curcio – Credits: Red Communications
Foto Modelle Dove campagna Real Beauty – Credits: Dove